Costume e società

Raccolta del bee venom per la crema al veleno d’api

Raccolta del bee venom per la crema al veleno d'api

Il veleno d’api utilizzato per la sintesi di alcuni dei più moderni prodotti cosmetici è una sostanza estremamente preziosa che richiede un processo di estrazione particolare ma non elaborato né troppo artificioso.

In inglese lo chiamano bee venom, in italiano suona semplicemente veleno d’api. Più appropriato ogni modo parlare di apitossina, ovvero una sostanza contenuta nelle sacche velenifere delle api e utilizzata per difendere l’alveare e se stesse da attacchi predatori esterni.

Si tratta di un meccanismo collaudato, naturale e istintivo, che porta tuttavia alla morte dell’esemplare che se ne avvale. Questo perché il pungiglione penetra e si incastra nel corpo della vittima rilasciando il veleno, ma al contempo provocando nell’ape un autosventramento al tentativo di estrarlo.

Una volta individuato il valore medico e cosmetico del bee venom, gli apicoltori hanno lavorato per trovare un sistema che garantisse una raccolta proficua della sostanza senza danneggiare in alcun modo l’ape, fonte di tanti altri tesori come il miele, la pappa reale, la propoli e la cera. Seconda difficoltà: convogliare uno sciame al fine di garantire una quantità di veleno sufficiente per l’utilizzo, la sua conversione in prodotto finito e la messa in commercio.

               Come funziona il meccanismo di raccolta

È stato così messo a punto un meccanismo di raccolta capace di indurre l’ape a espellere il veleno preservando l’integrità del pungiglione, ergo sopravvivere dopo la puntura. Ci si avvale di una griglia elettrizzata con la quale di emettono impercettibili scariche a bassissima intensità volte a simulare una minaccia per l’animale.

In questo modo l’ape, adeguatamente provocata, attiva la reazione difensiva andando ad attaccare una lastra di metallo o vetro sulla quale non avviene un’iniezione bensì un deposito di apitossina. L’intera superficie viene “avvelenata” e lasciata asciugare: il bee venom perde l’acqua e di esso restano i proteici residui solidi successivamente raschiati e raccolti. È così che si forma la polvere di veleno d’api impiegata nella composizione dei cosmetici.

Il dibattito su questa metodologia meccanica resta tuttora aperto, perchè c’è chi sostiene che l’ape venga sottoposta a uno stress da shock elettrico. In realtà l’insetto incorre soltanto in una lieve provocazione, ossia è stuzzicata, indotta a reagire.

Non si arreca alcun dolore, contrariamente a ipotetici altri sistemi che prevedrebbero una vera e propria estrazione dalle sacche velenifere, mai seriamente presa in considerazione dagli esperti la cui priorità è quella di tutelare una risorsa della natura sempre più importante, fondamentale per equilibri e filiere produttive.

               La crema al veleno d’api contro le rughe

Il veleno d’api ha proprietà tali da infondere degli evidenti benefici alla pelle. La miscela, costituita per l’80% di proteine e per il 20% di amine biogene e feromone di allarme, si è guadagnata il soprannome di “botox naturale”.

Melittina e apamina agiscono sulla cute stimolando la produzione di collagene ed elastina utili a mantenere liscia la superficie epidermica. Le rughe si riempiono e si distendono.

La crema al veleno d’api di Lunezia, applicata sul viso due volte al giorno, contrasta l’invecchiamento a favore della bellezza e di un ritorno di giovinezza alquanto gradito dal gentil sesso. Non vano infine ricordare che il veleno d’api è usato anche in terapie di mitigazione per acne, psoriasi e cicatrici.

La sua efficacia è stata dimostrata da numerosi studi scientifici effettuati in distinti periodi su campioni di individui affetti dalle più comuni patologie della pelle. Il coefficiente di successo permane altissimo nella maggior parte dei casi presi in esame.

La crema al veleno d’api rientra nelle beauty routine di molte celebrità e star dello spettacolo, che non se ne separerebbero per nulla al mondo. L’importante, per i consumatori, affidarsi ad aziende serie che operano in territori lontani da fonti inquinanti.

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