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Come si produce il vetro? Un materiale dalle mille qualità

Vetro un materiale dalle mille qualita Come si produce

Cos’è il vetro e le sue origini

Il vetro non è un materiale naturale, ma viene ricavato da elementi minerali in seguito alla fusione ad alta temperatura e alla solidificazione di una miscela di sostanze quali la sabbia silicea, il carbonato di sodio, la calce (la percentuale varia a seconda della qualità del vetro).

Ogni giorno entriamo in contatto con diversi tipi di vetro, che differiscono tra loro per colori, qualità e purezza delle materie prime, ma anche dal tipo di fornace impiegato.

Secondo quanto raccontato da Plinio Il Vecchio nella Naturalis Historiae, il vetro sarebbe stato scoperto da marinai fenici intorno al 5000 a.C.. La leggenda narra che un gruppo di mercanti, sbarcati in Siria presso il fiume Belo, utilizzarono blocchi di soda naturale come supporti per cucinare; questi si fusero insieme con la sabbia dando vita ad un materiale liquido, lucente e trasparente, ossia il vetro.

Molto probabilmente la leggenda è nata dalla suggestione, risalente all’età di Plinio, sullo sviluppo delle vetrerie presso le rive del fiume Belo, dove appunto i fenici si rifornivano per il recupero della sabbia.

Quali sono le sue proprietà fisiche

Il vetro è trasparente, duro, impermeabile e inalterabile, ma la sua proprietà più importante è la riciclabilità all’infinito. In particolare si sappia che da una bottiglia di vetro riciclata si può ricavare un’altra bottiglia identica ma con costi di produzione inferiori, in quanto generare il vetro a partire dagli elementi che lo costituiscono è molto più dispendioso.

Il diossido di silicio, infatti, ha un punto di fusione di circa 1800 °C, quindi è molto più costoso in termini energetici produrlo ab origine piuttosto che dal vetro della raccolta differenziata già frammentato.

Del vetro esistono diverse qualità come il cristallo di Boemia, usato per la produzione di oggetti decorativi e di un certo pregio, il Pyrex resistente ad alte temperature, vetri di sicurezza quindi infrangibili, il vetro stampato ossia decorato, lo specchio, e tanti altri.

La produzione del vetro: le varie fasi

In generale la produzione del vetro richiede meno energia della plastica e del metallo.

Con il vetro oggi, grazie alle sue proprietà, si producono bottiglie e contenitori per conservare il cibo, oggetti di arredo, parti di infissi, e via dicendo. Esistono due principali tecniche di lavorazione: manuale (soffiatura, foggiatura), meccanica (stampaggio, colata, filatura, foggiatura).

In entrambi i casi la produzione del vetro può essere divisa in quattro fasi:

-preparazione della materia prima-fusione della sabbia silicea (materia prima)

-fusione della sabbia silicea (materia prima)

-raffreddamento

-lavorazione del vetro

I minerali (che variano in percentuale a seconda della qualità del vetro, le bottiglie ad esempio sono composte dal 45% di sabbia silicea, dal 15% di carbonato di sodio e dal 10% di calce) vengono posti in grandi silos, prima setacciati e poi essiccati. Dopo una prima fase di pre-riscaldamento, vengono condotti alla fornace su nastri trasportatori.

Quando, invece, la materia prima deriva dal riciclo del vetro si procede alla separazione e alla purificazione delle “materie prime seconde”.

La fornace, alimentata lentamente, può incidere sulla qualità del vetro in quanto bisogna considerare anche il tipo di combustione utilizzato. Le fornaci industriali usano il gas naturale o olio combustibile alla temperatura di 2.867 °F, che corrisponde a 1575 °C.

Dopo la fusione si passa alla lavorazione: il vetro per sua natura non ha forma, è pastoso e facile da modellare, in questa fase la sua consistenza è molto simile al miele naturale.

L’intero processo, che è sintetizzato nelle 4 fasi precedentemente elencate, fa sì che ogni giorno possiamo utilizzare questo preziosissimo materiale, diversificato a seconda dello scopo e della sua qualità. C’è quasi un ché di poetico nella lavorazione del vetro, che ha origine antichissime, ma che continua ad essere ampiamente utilizzato ancora oggi.

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